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I segreti del popolo più longevo del mondo

Qual è il Paese con l’aspettativa di vità più alta? Il Giappone. Non soltanto vivono più a lungo (circa 81 anni gli uomini, 87 le donne), ma vivono anche meglio, in quanto occupano l’ultimo posto nella classifica della popolazione in sovrappeso tra i Paesi del mondo occidentalizzato: soltanto il 4.5% dei giapponesi ha problemi di obesità, contro il 32% del Messico ed il 31.8 % degli Stati Uniti, rispettivamente al primo e secondo posto.

Ovviamente questi due dati, indice di obesità e speranza di vita, sono estremamente collegati. E’ lecito ritenere dunque che il segreto dei giapponesi sia da ricercarsi nello stile alimentare.

L’alimentazione tradizionale dei giapponesi – ovviamente fast food e junk food sono arrivati anche da quelle parti, ma in quantità molto inferiore rispetto a noi – è composta fondamentalmente da: riso, miso, alghe, pesce, noodle di grano saraceno, tofu e verdure. Mangiano un mix di questi ingredienti sempre, a colazione, pranzo e cena. Ogni giorno. Soprattutto gli sportivi e chi ha una particolare predilezione per la cura del corpo.

Il miso, ancora poco conosciuto da noi, mentre gli altri alimenti ormai sono entrati quasi stabilmente nella nostra alimentazione, è un condimento derivato dalla fermentazione dei semi di soia gialla. In Giappone l’alimentazione è ricca di cibi fermentati che incrementano la popolazione dei batteri buoni nell’intestino.

il miso, un condimento molto utilizzato in Oriente

Gli alimenti a base di grano, invece, sono consumati limitatamente. Ad esempio il pane, che da noi viene acquistato a filoni interi, in Giappone è venduto in mini-confezioni da due o tre fette. Esiste la pasta, la pizza e i panini imbottiti, ma rappresentano un’eccezione, non certo la regola.

Altri due aspetti fondamentali riguardano il modo in cui ci si approccia al pasto. L’uso delle bacchette, oltre a rappresentare un caposaldo della tradizione orientale, ha anche una conseguenza strategica: mentre con forchetta e cucchiaio possiamo rastrellare quanto cibo vogliamo all’interno del piatto, con le bacchette si è costretti a mangiare lentamente, un “pezzetto” alla volta. Questo permette di raggiungere un senso di sazietà molto prima, mitigando quindi l’apporto calorico. Come se non bastasse, anche le porzioni sono molto più limitate rispetto alle nostre: andate in qualunque ristorante in Giappone (evitando magari l’All you can eat, sistema riadattato per venire incontro alle incontrollabili esigenze occidentali….) e troverete porzioni che qui da noi si riscontrano soltanto nei ristoranti più lussuosi, dove conta più la qualità che la quantità.

Stefano Panza

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